BOLIVIA E
COCA, OVVERO UN VIAGGIO ALLUCINANTE.
Premetto che
il titolo non c’entra molto con il senso del post,ma suona bene. Non parlerò di
come ho macinato km e km di strada grazie ad aiutini speciali. Per rassicurare
mia madre: “non ho mai pippato in Sudamerica,ma anche in generale”.
Anche se
quando mi parlavano del sali-scendi con un’altezza costante di 3000 metri e mi
descrivevano la coca come un tocca sana ,una sorta di panacea contro tutti mali
da aria rarefatta, mi immaginavo i Boliviani con i loro cappelli di lana di
alpaca e lama chiusi nei bagni pubblici a tirar sù raglie chilometriche. Ma
ovviamente non è così, anche se il paradosso dell’immagine mi stuzzicava molto.
La coca
intesa come pianta proprio non me la
immaginavo. Rimasi stupito quando in un mercatino etnico cileno il mito si
palesò davanti ai miei occhi sotto forma di foglia verde ,simile per forma e
colore a una foglia di tè comune. Di straordinario in quella manciata di foglie
c’era solo il prezzo, un sacchetto con una cinquantina di grammi costava intorno ai
10 euro un’enormità visto il prezzo della coca autoctona boliviana. Ma
nonostante il mio primo contatto visivo fosse stato una vera delusione rimasi
più che mai convinto di provarla non appena fossi arrivato in Bolivia.
A smorzare
il mio entusiamo, quando mancavano pochi giorni d’autostop “al paese dei
balocchi”, ci pensò il camionista boliviano,per intenderci uno degli esponenti
della categoria dei camionisti “sport illustrated”,meglio conosciuti come i
collezionisti di calendari ( http://persillo.blogspot.it/2013/05/un-viaggio-ascrocco-i-camionisti.html). Tra una mostra di seno e l’altra mi confidò che
non era così comune trovare gente che usava coca per l’altezza,ormai le foglie
di coca erano sostituite da anonime pillole.
Dopo tutto
il parlare e il sentito dire, chiaramente la prima cosa che feci una volta
arrivato in Bolivia fu : Uscire a cercare
cocaina(chiaramente le foglie). Dopo la nostra scellerata scelta di attraversare
in camion il confine cileno-boliviano più remoto,ci trovavamo spersi ad Uyuni:
la città,si fa per dire, del Salario più grande al mondo. Nonostante le mie
priorità fossero le ferite enormi che avevo un po’ su tutto il corpo,dopo la
caduta in bici(http://persillo.blogspot.it/2014/01/sacarse-la-chucha.html) decisi di affrontare le strade fanghose ,potenziali serbatoi
di batteri, alla ricerca della coca.
Il primo
mercato a cielo aperto boliviano mi lasciò a bocca aperta. L’esplosione di
colori aveva come unica rivale , in termini di strabiliante e impattante,
l’esplosione di sapori e measmi(molto più measmi). Le mosche banchettavano sulle carni in mostra dai macellai, il sangue
s’appiccicava al pavimento polveroso, il sole seccava i formaggi di capra
esposti ed io ,allucinato dagli stimoli sensoriali, mi dimenticavo dell’unica
cosa che mi aveva spinto a superare i dolori delle ferite e la stanchezza del
viaggio: La cocaina.

Insomma le
floride montagne boliviane baciate dal sole tropicale e dissetate dalle piogge
torrenziali sono l’habitat perfetto per la piantina di coca,che solo una volta
raffinata diventa la celberrima cocaina.
Ritornado a
noi,la coca viene venduta in pacchi di dimensioni diverse,anche all’ingorsso
nei vari mercati. Quel giorno usciì dal mercato di Uyuni con 300 grammi di
fogliame per meno di 1 euro. Le foglie di coca sono il compagno di viaggio
ideale. Togliendo il pistillo le foglie sono pronte per essere accumulate nella
bocca. Le tipiche bolas(palle) ,che gonfiano le guance del boliviano medio,
sono la forma ideale per assumere a rilascio lento piccole quantità di
principio attivo della coca. La quantità rilasciata equivale a qualche tazzina di caffè. Le foglie di coca
sono un ottimo anestetico,appena entrano a contatto con la lingua
l’addormentano, riempiendo le papille gustative di un retogusto amarognolo,ma
piacevole. Gli effetti collaterali sono :
inappetenza,che nel caso di molti boliviani è
un bene,visto i loro salari ;
nervosismo, se assunta in grandi quantità e
magari accompagnato da alcolico, e
questo è un male per i Boliviani che hanno un tasso di consumo di alcolici alle
stelle, ed è stato ancora peggio per me,che mi sono ritrovato più di una
volta assidui consumatori di coca e
alcol a guidare i bus in via di
rottamazione tra tornanti vertiginosi, di notte.
Paz,amor y
libertad!