Mendoza 8 maggio 2013
L’Italia non
è un paese per giovani,ce lo dicono spesso i giornali, ce ne rendiamo conto
sulla nostra pelle ogni giorno. Sono andato via con la speranza che una nuova
casa potesse accogliermi, sono venuto in Sudamerica,in Argentina. Ma
l’Argentina non è un paese per caffeinomani come me.
Nonostante
questo sia il continente di Colombia e Brasile, dove le pepite di oro nero del
caffè dominano l’agricoltura nazionale,
qui in Argentina i camion carichi di pepite dell’oro nero più gustoso sembrano
fermarsi al confine. In Cile ,mi potevo immaginare di soffrire di crisi di
astinenza,la mia addizione mi ha portato ad un’ardua ricerca di una moka ,che
dopo 4 giorni e 15 euro,mi aveva
riportato la speranza,mi sono scontrato poi con i supermercati chileni ,che
hanno bottiglioni di cocacola e acqua con le bollicine di 3 litri,ma che non
hanno caffè. Sono sopravvissuto da buon terrone con le scorte di caffè
dall’Italia. Ma le cose belle hanno sempre una fine ,quindi anche i miei 3
pacchi di Lavazza da 250 g si sono esauriti al mio arrivo nella patria di
Maradona e Messi. Chiusa la parentesi chile, grigio e capitalista (una colonia
USA), pensavo che nel paese sudamericano,che più di ogni altro si crede
europeo,dove il 50% della popolazione è diretto discendente di un italiano,
insieme alla Fiat avessimo esportato anche la cultura caffettiera. Invece, niente da fare. I supermercati vendono caffè
Italiano a prezzi esorbitanti,sono lontani i tempi del caffè Conad, qualità e quantità
a prezzo stracciato. Quello che si avvicina di più,per colore ,prezzo ,ma non
aroma e consistenza ,alle mie esigenze è un caffè(americano) di dubbia
provenienza.
Pare che la
cultura, il culto del caffè Italiano(soprattutto meridionale) si sia scontrato
con la radicata cultura del mate. La bevanda del “che”, ma anche di tutti gli
argentini. IL mate è per gli argentini
quello che per me è il caffè. Un Argentino che si rispetti non può
svegliarsi,per andare al lavoro senza aver bevuto il suo mate. Per giustificare
la loro addizione, un po’ come noi , affibbiano al mate qualità
prodigiose,grazie al “principio attivo” miracoloso : La Mateina, che
all’occorrenza, mantiene svegli, concentrati ,riposati,rilassati. Qui le
celeberrime frasi del marpione nostrano : “andiamo a prenderci un caffè” o “ti
offro un caffè” o “vieni a casa mia che ti preparo un caffè”, si trasformano in
: “andiamo a farci un mate” o “ti offro un mate” o”vieni a casa mia che ti
preparo un mate”. C’è da dire,che prendere un mate è un rito, al pari del bere
un caffè. Il mate è un’erba,tipo tè, si serve in un recipientino a forma di anfora( in versione mini, entra in
una mano), con zucchero(molti lo preferiscono amaro) e acqua calda. Per questo,
non sto esagerando, passeggiando per la strada si possono incrociare distinti
uomini d’affari in giacca e cravatta con
un thermos sotto il braccio,al posto del giornale. A completare tutto una
cannuccia in metallo.
Il mate quindi riveste una funzione di
coesione sociale, gruppi di amici si riuniscono nei parchi a bere mate , le
casalinghe si danno appuntamento a metà mattinata con mate e biscottini,
all’università c’è sempre il “portatore di mate” che comincia dal minuto uno
della lezione a servire mate, fino alla fine della lezione, non prende appunti,rischia la bocciatura,ma è rispettato
da tutti. Io ho provato a restare fedele
al culto del caffè, ma sono caduto nel peccato. Adesso bevo mate.
Paz amor y
libertad.
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